L'origine della presenza italiana in Svezia si perde nella notte dei tempi e, fin dai primi secoli dello scorso millennio, sulla scia dei primi missionari che dalla Germania e dall’Inghilterra si avventuravano fino a queste latitudini estreme, si trovano tracce di individui provenienti dall'Italia. Nella maggior parte dei casi sono religiosi, navigatori, artisti, saltimbanchi, artigiani, che vengono e stabilirsi oppure transitano per il paese. La prima notizia sul reclutamento di mano d'opera dall'Italia è quella legata al primo sovrano
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Nel 1919, quando l'esercito bolscevico attacca l'Estonia, molti svedesi, fra essi un gran numero di persone che in precedenza erano accorsi in aiuto della Finlandia, formarono un corpo volontario che si arruolò per dar man forte agli estoni. In questo battaglione di volontari svedesi al comando del colonnello Mothander, intende fare domanda di arruolamento anche Giuseppe Franchi, figlio di Antonio, un italiano immigrato in Svezia nel 1875, originario di Tarsogno in provincia di Parma. Giuseppe Franchi aveva partecipato come volontario, Quando arrivarono nel paese situato all'estremo nord dell'Europa, fino ad allora quasi sconosciuto, erano giovani, audaci e tenaci, pieni di speranze, aspettandosi molto dalla vita. Molti erano partiti con il miraggio di un lavoro ben retribuito che avrebbe potuto rendere più tranquillo il loro futuro, altri avevano deciso di emigrare per spirito di avventura, alla ricerca di nuove esperienze e di emozioni, ma tutti fiduciosi di guadagnare bene e di ambientarsi durante il periodo limitato che avevano deciso di trascorrere in questo paese che aveva vissuto in pace per quasi un secolo e mezzo. Arrivarono in giugno, preparati ad affrontare un clima rigido e freddo: furono invece accolti da un temperatura estiva eccezionale e, quando il traghetto Malmöhus, proveniente da Copenaghen, attraccò alla banchina del porto di Malmö, trovarono ad attenderli una folla immensa di curiosi, accorsi per vedere come erano in realtà gli operai specializzati importa-ti, che avevano lasciato l'Italia ancora in rovina dopo quella guerra tremenda. Era un venerdì e
L'emigrazione organizzata in Svezia è iniziata nel dopoguerra e precisamente nel 1947. A quel tempo, le industrie svedesi, non avendo subito i danni della guerra, disponevano di capannoni con parchi di macchine utensili in grado di produrre e soddisfare un po' tutti i mercati europei. Mancava la cosa più importante: la manodopera specializzata. Fu allora che gli industriali svedesi fecero pressione sul loro Governo affinché si raggiungessero accordi con il governo italiano per reclutare manodopera specializzata in Italia, per sopperire alla carenza esistente nel Paese. Infatti, i primi reclutamenti dal '47 al '50 furono gestiti in Italia da rappresentanti del Governo svedese attraverso contratti di lavoro della durata di due anni, a titolo di prova, accordati dai sindacati |
Storie di italiani in Svezia
Storie di italiane e italiani che dall'inizio del '900 ad oggi sono emigrate/i Svezia. Persone come noi, che hanno "aperto la strada" ai tanti italiani e italo-svedesi che hanno contribuito e contribuiscono a rendere la Svezia il paese che è oggi. Magari, un giorno, qualcuno scriverà di noi. Categories
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